Quando vi abbiamo parlato del pogona o del geco leopardino abbiamo anche cercato di fornirvi qualche consiglio riguardante la preparazione della loro teca, e proprio tenendo a mente quegli interventi abbiamo pensato di offrirvi ora una mini-guida contenente alcuni consigli di ordine generale per quel che riguarda l’allestimento di un terrario. Si tratta di indicazioni elementari che speriamo possano servire a chi ha appena scoperto questa passione ed è ai primi passi, è quindi ovvio che ogni animale ha le sue esigenze specifiche ed è intuitivo che un terrario tropicale per rane non sarà certo uguale a una teca che ospita tartarughe, così come le esigenze del camaleonte sono diverse da quelle dell’iguana, ma speriamo che questi suggerimenti di partenza possano aiutare e rafforzare l’interesse, ci occuperemo delle diverse esigenze dei vari rettili nelle schede specifiche a loro riservate.
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La teca: materiali, dimensioni e ventilazione
Esistono in commercio varie tipologie di teche, alcune vengono vendute già provviste degli accessori indispensabili mentre in altri casi è possibile costruire facilmente dei terrari fai da te, è ovvio che le dimensioni varieranno a seconda dell’animale che dovrà essere ospitato, così come per rettili che amano arrampicarsi bisognerà preferire teche verticali mentre per quelli che camminano o strisciano al suolo sono andranno meglio quelle orizzontali. Il legno è un materiale molto diffuso e una delle forme più classiche è quella del parallelepipedo di legno che ha solo il lato frontale in vetro. Si tratta però di un materiale che può deteriorarsi, che è più difficile da pulire e che può anche essere mangiato dagli insetti con cui nutriamo i rettili. Sono molto diffusi anche i terrari in vetro, facili da pulire e che permettono anche di goderci al meglio il nostro amico, bisogna però tenere conto del fatto che il vetro è un materiale insieme pesante e fragile, due svantaggi considerevoli, e che non permette né un buon isolamento termico né facilità di intervento nel caso si dovessero aprire dei fori per varie esigenze. È infine sempre più diffuso il terrario per sauri in resina o altre materie plastiche atossiche e si tratta di una soluzione che, per leggerezza, praticità e facilità di pulizia è probabilmente la più adatta a chi ha appena iniziato a ospitare rettili in casa. È possibile naturalmente avere anche terrari per serpenti a parete o a muro, così come gli allevatori hanno terrari a rack o a cassetti, ma sono casi specifici che non tratteremo in questo articolo dedicato a chi è alle prime armi. In ogni caso servono delle prese di aerazione per garantire una buona ventilazione e almeno un’apertura per poter pulire e svolgere vari tipi di manutenzione. Assumendo che si cominci con terrari di piccole o medie dimensioni, basteranno due fori sui lati, protetti da rete e posti in maniera asimmetrica, uno in basso e uno in alto, per far circolare l’aria senza creare forti correnti. Oltre a questo sistema è possibile assicurare un certo grado di ventilazione attraverso aperture (sempre protette da rete) sul lato superiore o coperchio.
Riscaldamento del terrario
Il riscaldamento è un altro fattore decisivo e può essere fornito dalle lampade o da tappetini e cavetti. A prescindere dal sistema impiegato, è importante che si riescano a ottenere almeno due zone con temperatura diversa nel terrario, una più calda e una più fresca, ecco quindi che bisognerà sistemare il tappetino riscaldante (o i cavetti) solo sotto una parte della teca, lasciando l’altra metà più fresca e regolando quindi il tutto con dei termometri e termostati, tenendo conto delle varie esigenze specifiche. Alcuni esperti sconsigliano questo sistema di riscaldamento in quanto considerato innaturale, ma in moltissimi rettili, quando impiegato nel modo descritto, non è stata riscontrata alcuna reazione negativa. Ci occuperemo in un post a parte delle varie lampade riscaldanti, basti per ora sapere che devono comunque essere protette con reti o comunque inaccessibili al rettile e che sono preferibili quelle in ceramica o a spot per permettere al rettile piacevoli “bagni solari”. Conviene porre cavetti e tappetini ben coperti, sotto il substrato o fra la teca e il sostegno, rendendo anche questi inaccessibili, così che rettili e insetti non possano rosicchiare l’isolamento.
Illuminazione del terrario
Altro elemento chiave sul quale occorre sottolineare un dato importantissimo: nel caso di rettili vegetariani è indispensabile avere delle lampade UVB, perché l’esposizione a questa lunghezza d’onda permette a questi animali di sintetizzare la vitamina D3, a sua volta indispensabile per una corretta assimilazione del calcio. Le UVB non sono necessarie in caso di rettili carnivori o dalle abitudini notturne. L’illuminazione deve essere regolata in modo da riprodurre il ciclo giorno/notte e, quando possibile, anche il ciclo stagionale, allungando quindi l’accensione durante il periodo estivo. In caso di rettili dalle abitudini notturne è possibile impiegare lampade specifiche per poterli ammirare in movimento senza recare disturbo.
Substrato e accessori del terrario
Solitamente chi è al suo primo terrario vuole ricreare l’ambiente naturale del rettile nel modo più fedele possibile, impiegando quindi rocce, rami, piante e un substrato particolare: si tratta però di accorgimenti che soddisfano più l’uomo che il rettile e che rendono il terrario molto, molto più difficile da pulire e mantenere in condizioni idonee. Anche una modesta infestazione da acari diventa un problema più difficile da risolvere se si è ricreato un habitat in modo molto fedele. Meglio quindi utilizzare come substrato fogli di giornale, carta bianca o tappetini di erba sintetica: sono materiali economici che possono essere sostituiti facilmente o, nel caso dell’erba sintetica, anche lavati alcune volte, e il rettile sarà perfettamente a suo agio. Un substrato di questo tipo evita anche la possibilità che il rettile ingerisca sabbia o ghiaia. Bisogna poi aggiungere una ciotola per il cibo e una per l’acqua, un nascondiglio dove il rettile possa andare a riposare o rifugiarsi in caso sia nervoso e stressato e magari anche un secondo nascondiglio, più piccolo, reso umido dalla presenza di fibre di cocco bagnate. Potrete infine completare con rami e pietre, facendo sempre attenzione alla loro provenienza (devono essere sterilizzati in precedenza, non devono essere tossici o presentare superfici taglienti), esistono ormai decorazioni in resina molto belle e funzionali, così come è infine preferibile inserire piante artificiali al posto di quelle vere, che sono più difficili da mantenere e potrebbero essere mangiate dall’animale. Soluzioni di questo tipo sono indubbiamente meno “belle” dei terrari che riproducono fedelmente l’habitat del rettile, ma conviene sempre cominciare con decorazioni come queste per poi, una volta abituati, tentare qualcosa di più complesso, e in più garantirete al vostro nuovo amico un ambiente molto più igienico e salutare.